La fotografia dei mutui: cos'è successo dal 2006 al 2016 e cosa ci aspetta in futuro

lunedì 03 aprile 2017 - 15:14

I grafici mostrano l'andamento del capitale medio erogato per singola unità, del tasso medio e della rata inziale, sulla base dei dati forniti dall'Agenzia delle Entrate, nell'ultima nota trimestrale relativa al 2016. Vediamo come i tre parametri, negli ultimi 10 anni conservano degli andamenti piuttosto simili, con tassi e rata iniziale più alte (e corrispondente capitale più erogato più contenuto) fnino al 2009, per poi arrivare ai picchi del 2010-2011. Dal 2012 inizia una bruca discesa con tassi di interesse (4,24%), rata inziale (720) nel loro punto più algido e capitale erogato che sperimenta una brusca caduta. Dal 2015 comincia la lenta ripresa del mercato del credito, con il 2016 come anno di spartiacque grazie a tassi di riferimento che raggiungono i livelli minimi.

I mutui per l'acquisto delle abitazioni Quest'anno infatti, secondo i dati dell'Agenzia delle Entrate, i mutui ipotecari per l'acquisto di abitazioni hanno sperimentato un forte rialzo, pari a +27,3% per un totale di circa 246 mila unità, oltre 50mila in più del 2015. Il capitale complessivamente erogato nel 2016 ammonta a circa 29,4 miliardi di euro, con un incremento, poco inferiore al 28% rispetto a quanto osservato nel 2015. Il capitale medio erogato per singola abitazione è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2015 e pari a circa 119 mila euro.

La durata media dei mutui stipulati nel corso del 2016 rimane in linea con il dato dell'anno precedente, 22 anni e mezzo. La quota di abitazioni acquistate da persone fisiche con il ricorso al mutuo ipotecario sale al 48,5%, guadagnando poco più di 3 punti percentuali rispetto all'incidenza registrata nel 2015. Il tasso di interesse medio nazionale, riferito alla prima rata di pagamento del mutuo, è diminuito anche nel 2016 di quasi mezzo punto percentuale, scendendo a 2,31%.

Aumenteranno i tassi di interesse nel 2017? Circa 2/3 dei mutui accesi nel 2016 sono a tasso fisso. Una situazione però destinata a cambiare, in previsione di un aumento dei tassi dell'Eurirs - parametro di riferimento per i mutui a tasso fisso - che nelle ultime settimane ha cominciato a mostrare sensibili movimenti al riazo. La dimostrazione che i tassi a lungo termine hanno cominciato a reagire ai segnali di inflazione.

Per quanto riguarda l'Euribor, secondo gli analisti, l'indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, attualmente negativo, resterà tale ancora fino a metà del 2018, per poi salire fino allo 0,64% a fine 2021. La sostanza è che fra 5 anni sarà aumentato di quasi 100 punti base, andando più o meno a pareggiare la differenza che oggi c'è in media tra l'accensione di un mutuo a tasso variabile e di un mutuo a tasso fisso.

 

fonte:www.idealista.it