Ospite d'onore alla Prima Conferenza sulla Stabilità Finanziara organizzata dalla Banca di Spagna a Madrid, il presidente della BCE, Mario Draghi, ha parlato delle misure portate avanti dall'istituzione europea per garantire la stabilità dei prezzi e allontanare il fantasma della deflazione. Nonostante il mercato immobiliare sia un vigilato speciale, perché possibile fonte di instabilità, al momento, ha detto il numero uno della Banca Europea, "non esistono indizi di una bolla immobiliare creditizia nei Paesi dell'Unione", scongiurata grazie agli sforzi dei singoli Stati e alle politiche prudenti delle banche.
Nell'ultimo trimestre del 2016, ha detto Draghi, il prezzo delle case nell'euro zona è cresciuto del 3,8% fronte a una percentuale di rischio nell'erogazione dei mutui non superiore al 2,7%. "Nonostante il prezzo delle case stia guadagnando terreno non esistono ad oggi indizi di una possibile bolla immobiliare". Ciò non toglie, che "considerando l'estrema eterogenità dei vari Paesi, sia in corso un attento monitoraggio da parte delle istituzioni europee". C'è da dire, inoltre, che "l'immobiliare è uno dei settori dove è più presente l'azione dei singoli Stati, molti dei quali hanno introdotto un controllo sul loan to value concesso dalle banche".
Secondo l'indagine condotta dalla Bce sui prestiti bancari, le banche hanno diminuito la loro esposizione al rischio. Se gli stimoli monetari della Bce hanno portato gli istituti di credito ad abbassare gli spread sui prestiti e ad ammorbidire gli standard di concessione del credito, aumentando la disponibilità dei prestiti alle piccole e medie imprese, dal 2014 ad oggi è "diminuita l'esposizione al rischio e le banche rimangono estremamente prudenti al momento di estendere il credito". Analizzando i bilanci delle banche, infatti, si assiste a "una diminuizione della possibilità di default per classe di esposizione".
fonte: idealista.it